“La guerra è una professione con la quale un uomo non può vivere onorevolmente; un impiego col quale il soldato, se vuole ricavare qualche profitto, è obbligato ad essere falso, avido, e crudele.”

Così Niccolò Macchiavelli si riferiva alle eterogenee formazioni degli eserciti quattrocenteschi che erano tenuti insieme da un'unico scopo, il soldo, il motivo cui la superiorità militare andava di pari passo con quella della economicadel suo Signore.

Basandoci sui documenti del periodo temporale compreso tra 1430 e 1460 possiamo rilevare il costo medio delle spese militari per quelle che erano i grandi schieramenti nel quattrocento :
- Regno di Napoli (Aragona): 800.000-1.000.000 ducati;
- Stato della Chiesa: 300.000 fiorini (esclusi i tributi di "fede");
- Repubblica di Firenze: entrate indirette : 250.000-300.000 fiorini;
- Repubblica di Venezia: 1.000.000 ducati;
- Ducato di Milano: 800.000 ducati (escluse le entrate straordinarie);
- Ducato di Savoia: 200.000-250.000 ducati.

In seguito al miglioramento della gestione finanziaria, basata per lo più sulla gestione delle entrate derivanti dalle imposte indirette, e ad una centralizzazione economica, all'interno dell'esercito, causa spesso di debito pubblico e ricorso al debito forzoso, si iniziò a sviluppare una necessaria burocrazia formata da ufficiali addetti al controllo e alle funzioni logistico-amministrative dell'esercito denominati nei documenti come "COLATERALI".

Prendendo ad esempio l'esercito di Venezia, in un momento di "pace" come l'inverno 1436 quando aveva sotto le armi 6.000 cavalieri e 3.000 fanti, e in un momento di "guerra" come nel 1447 subito dopo la battaglia di Casalmaggiore (1446) quando i suoi effettivi erano di 10.000 cavalli e 7.000 fanti, desumendo dai documenti una paga di 9-11 fiorini per lancia e 2-3 fiorini per fante al mese, possiamo calcolare una spesa media annuale militare di 330.0000 fiorni in periodo di pace e di 610.000 fiorini in periodo di guerra, a cui vanno aggiunte le provisioni ai singoli comandanti ed eventuali premi vari.

Le paghe erano il risultato di contrattazioni tra uno stato e i condottieri, possiamo rilevare che le cifre in tutta Italia fossero molto simili, 7-11 fiorini al mese per una lancia di cavalleria, 2-3 fiorini/mese per la fanteria, a questa spesa spesso dobbiamo aggiungere la PRESTANZA, un anticipo sugli stipendi che veniva dato all'atto dell'ingaggio, anticipo d'uso che comportava un'esborso gravoso per le casse dello stato.

Dalla seconda metà del secolo si differenziò la paga in situazione di pace e di guerra, da testi del cronista Sanudo del 1439 possiamo avere una visione delle spese militari degli stati:
- Stato della Chiesa: 4.200 cavalli/ 117.600 fiorini annui;
- Repubblica di Venezia: 16.100 cavalli/ 643.920 fiorini annui;
- Ducato di Milano: 19.750 cavalli/ 789.960 fiorini annui;
- Repubblica di Siena: 1000 cavalli/ 27.972 fiorini annui;
- Repubblica di Firenze: 3000 cavalli/ 120.000 fiorini annui;
- Regno di Napoli: Alfonso d'Aragona : 17.800 cavalli/ 498.372 fiorini;

Dallo studio dei documenti si rileva che la spesa maggiore era assorbita dalla cavallleria (oltre la metà delle spese militari) anche se ripsetto al periodo precedente le Fanterie iniziano a prendere maggiore importanza, di seguito le spese per artiglierie (per lo più utilizzate durante gli assedi) e la manutenzione o costruzione di fortificazioni

Gli stati cercavano di diminuire la pressione economica dei loro eserciti riducendo gli effettivi in periodi di maggiore calma ma dovettero sempre mantenere un minimo di sicurezza tra fanti e cavalleria.

Oltre alla spesa dell'esercito va aggiunta la distruzione e perdita dei campi e del coltivato che andava ad influire negativamente sull'economia, calcoliamo che le battaglie in questo secolo erano battaglie di logorio, basate più che altro sulla distruzione economica del territorio con scarso ricorso allo sconto campale, che comunque nel caso avvenisse era cruento e sanguinoso.

BIBLIOGRAFIA E FONTI

L'esercito del duca. Organizzazione militare e istituzioni al tempo degli Sforza (1450-1480), Maria Nadia Covini - Istituto storico italiano per il Medioevo ("Nuovi studi storici", 42), Roma 199