Una interessante missiva dell’inviato ducale Sceva de Curte, diplomatico di origine pavese molto caro (in altre missive “nostro dilecto consiliario”) al Duca Francesco Sforza spedita da Genova il 23 dicembre 1452 in cui il diplomatico informa il Duca della possibilità di fare uno “zipono de lame”, che sia questo uno dei nomi attribuibili a quella che noi chiamiamo oggi brigantina ??

Particolare interessante all'interno della missiva è la richiesta di inviare un farsetto del Duca (“mandatine uno dei vostri ziponi”) per realizzare il modello “de lame”.

La missiva continua illustrando la possibilità di far realizzare “calce facte de scaglie de osso” ovvero calzabraghe realizzate con scaglie di osso che possano resistere al taglio o al colpo punta di una spada (“taglio de spada ni anche ponta de spada”). Queste protezioni sarebbero talmente comode (“non sonno grave come arnexe”) che potrebbero essere indossate anche per dormire (“ne ha un paro quale porta de nocte e parano esser gentil cossa”).

Sappiamo che la lavorazione dell’osso o meglio avorio grazie alla suafacilità di incisione era frequente anche se i reperti arrivati a noi hanno una valenza per lo più artistica, un esempio lo possiamo ritrovare nelle bellissime selle da parata che troviamo in diversi musei, ma ad oggi non ho trovato alcun reperto che ci permetta di capire come fossero fatte queste “calce”.

Chiudiamo con un’annotazione in merito all’abbigliamento, da questa missiva possiamo capire che il farsetto o “zipone” e le stesse “calce” fossero capi talmente aderenti da permettere al fabbro di ricavare un modello per la produzione delle pezze e simili.

Ho riscontrato in altri documenti la richiesta di inviare capi di abbigliamento per realizzare protezioni in metallo, tra gli altri per un’armatura per il Re di Francia fatta su commissione dall’officina dei MISSAGLIA vengono mandati a Milano il sarto del Re e un suo fabbro, il primo per le misure e il secondo per verificare il materiale.

Di seguito il documento:

Se la vostrav Ex. volle ch’io li faza fare uno zipono de lame, qual non parirà e sarà a modo d’una coraza e utile a portare per campo, como altre volte me rasonasti, mandatine uno di vostri ziponi, perchè qua è lo migliore maestro di christiani e diceme lo farà legierissimo e fortissimo. Più dice, se la V.S. me manda una calza de le vostre, Misser Maxino se offere mandare in certo loco, credo in Fiandra, e faravi portare uno pare de calce facte de scaglie de osso, che non è taglio de spada ni anche ponta de spada chela passasse. Lui ne ha un paro quale porta de nocte e parano esser gentil cossa, perchè non sonno grave come arnexe. E vi saranno da lui donate.

FONTE

A.S.L. Anno LIX fasc.III<